Shanti Bhavan, la scuola “dei poveri per i più poveri”

“Daughters of destiny” è la docu-serie diretta da Vanessa Roth che segue la storia cinque ragazze delle famiglie più disagiate dell’India e del progetto che ha cambiato la loro vita. Su Netflix dal 28 luglio

E’ un mondo di povertà che non contempla una vita migliore. E’ un mondo difficile, diviso in caste, che nei piani più bassi non lascia spazio a niente. Non c’è il viaggio curioso e immaginario che può dare la lettura di un libro, la gioia banale che può dare un cartone animato alla tv, il piacere di uno sport, la sensazione di fare una bagno mentre l’acqua ti scorre addosso. Per molti bambini indiani il mondo è quello, solo quello: condannati all’analfabetismo, costretti in luoghi senza luce né acqua corrente, figli di genitori che vanno avanti con salari irrisori.

Eppure, quando quel mondo lo lasciano, il distacco è lacerante. Provano a restarci, si aggrappano in tutti i modi, cercando appigli persino nelle lacrime delle madri. Non sanno che quel momento rappresenta la svolta della loro vita, la sostituzione dell’inferno con una ‘Oasi di Pace’. Questo significa letteralmente Shanti Bhavan. È una scuola nell’estremo nord dello Stato del Tamil Nadu, a est di Bangalore. E quel dolore, magari con l’aiuto di un semplice giocattolo, ci mette poco a diventare curiosità, e poi gioia, e poi voglia di imparare e farsi strada in una società che sembrava chiusa e invece concede una chance.

Daughters of Destiny | Trailer ufficiale | Netflix Italia

È un miracolo che si ripete da 20 anni, da quando nel 1997 Abraham M. George fondò la scuola che oggi ospita 250 bambini di età compresa tra i 4 e i 18 anni, tutti provenienti dalle zone più povere dell’India. Una storia di riscatto che da venerdì 28 luglio, sarà raccontata, in oltre 100 Paesi e in 30 diverse lingue, compresa quella italiana, in Daughters of Destiny: The Journey of Shanti Bhavan“, la docu-serie originale di Netflix diretta da Vanessa Roth, figlia dello sceneggiatore Eric Roth (Forrest Gump, Il curioso caso di Benjamin Button), premiata con l’Oscar nel 2008 per il cortometraggio “Freeheld”, con la colonna sonora di A.R. Rahman, che, sempre nel 2008, ha vinto due Oscar e un Golden Globe per le musiche dello splendido The Millionaire.

Shilpa, Karthika, Manjula, Preetha e Thenmozhi: cinque ragazze che la regista ha seguito in un arco di sette anni nel loro percorso a Shanti Bhavan. La prima, Shilpa Anthony Raj il nome completo, ora ha 23 anni e ha raccontato la sua esperienza in un libro, La figlia del domatore di elefanti. ‘La Nonna’, questo il suo soprannome per la saggezza che scavalca la sua giovane età: ”Nel villaggio in cui sono nata, nel Karnataka, ci sono molte piantagioni di zucchero, che attirano gli elefanti selvaggi, soprattutto di notte. I domatori di elefanti devono evitare che le colture di zucchero vengano distrutte. Da qualche anno il lavoro di mio padre è stato anche regolamentato dal governo. Anche se è analfabeta, lui è stato il primo della nostra famiglia a essere stato assunto dal governo e ne va molto orgoglioso”. Sul suo futuro non ha dubbi: ” Voglio lavorare con i bambini, non importa dove. Magari con i bambini vittima della crisi siriana, cui è stata negata la spensieratezza dell’adolescenza”. E tutto è merito della scuola: “La prima volta che ci ho messo piede avevo solo quattro anni, e quando guardo i bambini capisco esattamente cosa stanno provando. Ripenso alle mie esperienza di vita, al primo ballo di valzer o al giorno in cui mi sono diplomata”.

Shanti Bhavan ora è diretta da Ajit George, il figlio del fondatore: “La nostra missione è allontanare i ragazzi dalla povertà in modo da spezzare il destino in cui sono intrappolati i loro genitori”, spiega. Quel destino spiegato dai numeri: il 98 per cento dei ragazzi successivamente si laurea al college, il 97 per cento trova un lavoro a tempo pieno. Il prossimo 9 novembre a New York, presso il Bowery Hotel, Shanti Bhavan terrà un Gala per celebrare non solo l’anniversario dei 20 anni della fondazione e l’uscita della docu-serie, ma anche per raccogliere fondi finalizzati alla costruzione di una seconda scuola in India. Il prodigio continua.

Fonte: https://www.repubblica.it/