Hanna e Bhuvaneshwari, due ragazze indiane della scuola Shanti Bhavan di Bangalore, sono ospiti in città.
Gorgonzola Scambio ScolastIco InternazIonale
Per capire davvero chi siano Hannah e Bhuvaneshwari, e soprattutto il significato della loro presenza in Italia, è necessario riavvolgere il nastro della vita del dott. Abraham M. George. Di origini indiane, oggi fa la spola tra New York, dove vive e ha fatto fortuna in campo finanziario, e Bangalore, la città vicino a cui ha fondato la scuola Shanti Bhavan, l’iniziativa principale della George Foundation.
La george Foundation contro il sistema delle caste
Tutto ebbe inizio a metà de gli anni ’60, quando, appena ventenne, Abraham venne ferito nella breve guerra che oppose l’India alla Cina: andò negli Usa per farsi curare e poi vi si stabilì, riu scendo a sfondare in campo informatico. Quando, nel 1995, tornò nella sua ter ra, trovò una situazione che socialmente non era progredita e presentava le stesse anacronistiche con traddizioni di sempre. La povertà era ancora diffusa e soprattutto si era mante nuto il vecchio sistema di caste, nonostante la Costituzione di Gandhi lo avesse abolito nel 1950. “Chi nasce Dalit, morirà Dalit”, ossia chi appartiene alla casta degli “intoccabili” lo rima ne per sempre: con questa idea, in India una buona percentuale della popola zione (il 16.2%) viene consi derata inferiore, è costretta a fare i mestieri più umi lianti e non può mandare i figli a scuola. La sudditanza a queste credenze secolari porta, anche nel terzo mil lennio, al fatto che vi siano molte zone, specialmente rurali, dove chi discende da famiglie Dalit deve faticare molto per ottenere il rispet to della propria dignità di essere umano. George de cise dunque di aiutare que ste persone e così fondò la scuola Shanti Bhavan, “Ca sa di pace” in lingua hindi. La struttura, da cui pro vengono le due ragazze, che sono ospiti di famiglie gorgonzolesi, e altri due ragazzi ospitati invece in provincia di Bergamo, è un complesso residenzia le che accoglie studenti dai 4 ai 17 anni, provvedendo al loro studio e al loro so stentamento, e prevede poi il mantenimento degli stu denti per i successivi anni universitari. Una delle poche ma ferree regole della Fondazione è questa: accogliere solo un ragazzo per famiglia, con origine Dalit, e provvede re alla sua istruzione fino al conseguimento del più alto grado di studi possi bile. Dare un’educazione è infatti, secondo George, il solo modo per permettere a questi ragazzi di riscattarsi dai retaggi del passato. Lo scambio internazionale a cui stanno partecipando Hannah e Bhuvaneshwari, entrambe di 15 anni, fa dun que parte delle opportunità che la George Foundation offre: attraverso l’ospitalità di persone o associazioni legate alla Fondazione, gli studenti possono viaggiare e conoscere l’Occidente. Helen Ehret, fondatrice di Missione Calcutta Onlus a Scanzorosciate, è la promo trice delle opere della Ge orge Foundation in Italia. I ragazzi indiani si fermeran no fino al 12 maggio (sono arrivati il 24 aprile). Hanna e Bhuvaneshwari durante il loro soggiorno frequentano normalmente la scuola a Milano ma so no state anche invitate in altri istituti per illustrare il progetto a cui partecipa no. Sono già state al liceo “Giordano Bruno” di Melzo, mentre nei prossimi giorni saranno ospiti a Gorgonzo la sia dell’Istituto “Maria Immacolata” sia del liceo “Sant’Agostino”. Il tempo libero, insieme alle famiglie ospitanti, è speso alla sco perta delle bellezze e parti colarità del nostro Paese: la neve, vista per la prima vol ta nella loro vita; i parchi divertimento; le città d’arte lombarde e prossimamen te una gita al mare. Abbia mo avuto la possibilità di incontrare le due ragazze, per chiedere loro cosa più le abbia colpite di questo soggiorno italiano. “È fan tastico stare qui dice Bhu vaneshwari Io ho sempre sognato viaggiare e l’Italia è il primo Paese che riesco a visitare!”. “Dopo la scuola sottolinea Hanna spero di trovare un buon lavoro che mi permetta di trasferirmi qui in Italia”.
“In India per strada la gente saluta e sorride”
“Avete notato differenze chiediamo tra il sistema scolastico italiano e quello indiano?”. “Il numero di ore da fre quentare è minore in Italia; in India sono davvero tan tissime!” sospira Hanna. “Sì precisa Bhuvaneshwa ri nelle scuole indiane ci sono molte più ore di lezione, sempre 8, a cui si aggiungono le attività ex trascolastiche. Uno degli aspetti che trovo migliore in India è il fatto di avere a disposizione una serie di materie non obbligatorie, tra cui scegliere in base ai propri interessi”. Aggiungiamo: “Le differen za, invece, nel modo di vive re tra Italia e India?”. “Chi incontriamo a scuo la qui in Italia spiega Hanna è sempre molto «friendly», però poi ho no tato che in giro non è così. In India tutti si fermano per strada a salutare e parlare e c’è sempre molta musica; in Italia molte persone non ti guardano nemmeno negli occhi. Ah, e poi voi guida te in modo diverso, tutto al contrario, e ci sono semafo ri ovunque, mentre da noi solo nelle grandi città!”. Le due ragazze sono un fiu me in piena, raccontano le loro abitudini e tengono a sottolineare l’orgoglio che le loro famiglie provano nel vederle crescere cultural mente grazie alla Shanti Bhavan. Hannah e Bhuva neshwari sono le prime del le rispettive famiglie a esse re uscite dall’India e sono anche le prime ad aver avu to la possibilità di raggiun gere un così alto livello di studi. “Quando torniamo a casa per le vacanze, in esta te e a metà inverno dicono le due studentesse tutti si siedono attorno a noi e vo gliono sapere cosa faccia mo a scuola, cosa abbiamo imparato e come viviamo a Shanti Bhavan”. Il loro costante sorriso sul le labbra fa riflettere. L’abi tudine spesso ci fa perdere il gusto delle cose; pensate invece all’emozione di una ragazza che tocca per la pri ma volta la neve…
Fonte: Settimanale Radar / Simone Frassini